Trasparenza sui conti delle Olimpiadi invernali 2026. A chiederla un comitato di venti associazioni coordinate da Libera, riunitesi ieri nell’auditorium Cos.mo del museo dell’occhiale di Pieve di Cadore.
Nel corso dell’evento è stato presentato il report che lancia la campagna “Open Olympics 2026. Vogliamo i Giochi invernali Milano Cortina trasparenti, legali, rendicontabili”. Questa la rivendicazione della rete.
Oltre 5 miliardi e 700 milioni di euro, dei quali un miliardo e 600 milioni per la realizzazione dei giochi veri e propri, il resto per le opere connesse (in tutto una settantina di grandi interventi, relativi soprattutto a opere stradali), i costi della manifestazione olimpica, come documentato dalle associazioni.
«Spesso – il messaggio lanciato a Pieve di Cadore – risulta estremamente complesso capire dove siano i dati, essendo costretti a giocare a “ping pong” tra portali e siti diversi. Di troppe opere non sappiamo, infine, quando saranno pronte e quale utilizzo avranno anche nel futuro, così come è difficile comprendere chi sono i responsabili di un’opera, spesso anche divisa in lotti, e come i commissariamenti condizionino le regole del gioco. Il sistema di rendicontazione, pur rispettando i dettami di legge, è molto lontano da qualsiasi principio di fruibilità».
Il comitato propone l’istituzione di un «portale unico della trasparenza dei Giochi invernali Milano Cortina 2026, che ci metta in grado di comprendere, opera per opera e in formati di dato aperti, i passaggi e gli iter, le spese relative all’organizzazione e promozione dei Giochi».
Il rischio – lanciano l’allarme i sodalizi – è che nell’intricato meccanismo di appalti e subappalti su opere «in grado di cambiare il destino dei territori», la mancanza di un controllo da parte della società civile apra le porte al malaffare.