Mi chiamo Neri Tollardo, sono nato nel 1991 e sono originario di Lamon: il mio bisnonno e mio nonno partirono negli anni ‘20 per la Francia, dove è nato mio padre nel 1946. Tutta la famiglia divenne francese, solo mio nonno preferì rimanere italiano. Confesso di conoscere poco del mio paese di origine. All’età di dieci anni sono emigrato io stesso in Russia, con i miei genitori. Mosca era una megalopoli che stava uscendo da una lunga crisi, ma si respirava un grande entusiasmo e desiderio di collaborazione. Frequentai una prestigiosa scuola internazionale (Anglo American School) con studenti di oltre sessanta nazionalità, dove acquisii padronanza di russo e inglese e maturai una mentalità aperta e multiculturale. Ho conseguito l’International Baccalaureate Diploma, che mi aprì le porte delle migliori università internazionali: scelsi la Bocconi di Milano, perché volevo rientrare in Italia e conoscere il mio paese d’origine. Mi sono laureato in Economy & Management (con scambio con la Hong Kong University) e poi ho conseguito il Master in Finance & Private Equity alla London School of Economics nel 2012.
Ho cominciato subito a lavorare fra Mosca e Londra con Morgan Stanley, fino alla fine del 2019, quando passai a Tinkoff Bank (allora la prima banca digitale al mondo). Ritornai quindi a Mosca nel 2021, con l’obiettivo di divenirne l’Amministratore delegato entro uno/due anni.
Perché hai deciso di trasferirti in Messico?
Nessuno poteva prevedere che, il 24 febbraio 2022, Putin avrebbe causato il terremoto che conosciamo. Fu un vero trauma: non correvamo nessun pericolo, ma crollò il rapporto di fiducia e di rispetto personale con i russi. Il 28 febbraio 2022 ho riempito alcune valigie, ho preso mia moglie e mio figlio di sei mesi, nato a Mosca, e ho abbandonato la Russia.
Anche Tinkoff Bank subì un grave contraccolpo: il maggiore azionista Oleg Tinkoff, schieratosi contro Putin, fu costretto a svendere la banca, mentre iniziava una diaspora di oltre mille cervelli russi decisi a lasciare la banca ed il Paese.
Assieme ad un gruppo di investitori internazionali abbiamo deciso di accelerare i progetti di internazionalizzazione che avevamo già in gestazione, di cui il principale era in Messico. A fine luglio 2022, io e un nocciolo duro di ex dirigenti russi (tutti trentenni) abbiamo aperto una nuova società Fintech. Ad aprile 2023 abbiamo avviato l’attività e oggi siamo pienamente operativi.
Siete una organizzazione internazionale?
Oggi abbiamo circa 700 dipendenti, distribuiti fra Messico, Cipro, Kazahkstan e Emirati (di cui oltre metà russi), tutti collegati in rete. Il target dichiarato e realistico è raggiungere un milione di clienti entro il 2024 in Messico e non solo.
Che difficoltà hai incontrato?
Avviare in Messico una tale attività ha presentato molte difficoltà per me, come primo responsabile, ma anche per la famiglia e per i colleghi: nuova lingua, nuova società, nuove normative, nuovo mercato e molto altro. Fortunatamente il Messico è un paese con gente molto amichevole, aperta, simpatica e collaborativa (un po’ pigra!), con clima, storia, natura molto attraenti.
Quali difetti e pregi vedi nell’Italia?
Con franchezza, l’Italia di oggi non mi piace. È un paese meraviglioso, ma mi trovo bene solo per brevi soggiorni, poi divento insofferente alle tante falle della vita quotidiana: ma forse io stesso non sono più tanto italiano per accettarle.
Pensi di rientrare in Italia?
Non credo, ho una moglie australiana, un figlio nato in Russia e uno in Messico. Se dovesse accadere, sarebbe certamente in provincia di Belluno, non come residente, ma per avere una casa-vacanze per figli e nipoti e magari fare qualche investimento.
Che suggerimenti puoi dare ai giovani?
Se avete forti legami famigliari o personali, restate e sacrificatevi, consapevoli che avrete davanti molti ostacoli (forse) insuperabili. Altrimenti, studiate molto e seriamente (non andate a fare i camerieri!) e poi offritevi al mondo esterno: qualsiasi Paese può essere il trampolino giusto, se saprete essere capaci, determinati, umili, rispettosi e rispettati. Poi tornate, almeno voi.