«Non abbiamo votato nulla e non abbiamo intenzione di farlo se non dopo aver analizzato a fondo il documento. E soprattutto non prima di aver sentito il territorio. Per questo convocheremo un’assemblea con tutti i sindaci». Così il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, dopo le polemiche scatenatesi a proposito dello schema di accordo di programma, pubblicato nell’ultimo numero del bollettino ufficiale della Regione Veneto, che prevede di utilizzare i Fondi di confine per pagare la gestione post-olimpica della pista da bob “Eugenio Monti” di Cortina.
A far emergere la questione, il segretario provinciale del Partito Democratico Alessandro Del Bianco, sottolineando come «i bellunesi ci rimetterebbero 30 milioni di euro».
La bozza dell’accordo, che coinvolge Regione Veneto, Provincia di Belluno, Province autonome di Trento e Bolzano, Comune di Cortina e Federazione italiana sport invernali, specifica gli impegni che gli enti citati dovranno garantire per la valorizzazione e la gestione dell’impianto dopo i Giochi. Nella parte riguardante l’impegno delle province autonome di Trento e Bolzano si legge che i due enti «Si impegnano a sostenere, per gli esercizi compresi fra il 2027 ed il 2046, un importo annuo determinato nell’ambito della programmazione, per garantire la continuità dell’utilizzo sportivo dell’impianto recuperato, destinando apposite risorse nell’ambito del Fondo Comuni confinanti».
Secondo Padrin, però, si «fa riferimento a un impiego per spesa corrente e non per spesa d’investimento, per cui – le sue parole – viene il dubbio che giuridicamente non sia possibile».
Per utilizzare i Fondi di confine per le spese correnti, si puntualizza da Palazzo Piloni, «sarebbe necessario rivedere la stessa legge di funzionamento».
Una smentita a quanto prospettato dalla Regione Veneto arriva anche dalla Provincia di Trento, che in una nota chiarisce come «Alla luce di quanto riportato dai giornali in questi ultimi giorni sul tema legacy bob di Cortina d’Ampezzo, nessuna risorsa della Provincia è destinata all’impianto ampezzano». Trento ricorda come l’impiego delle risorse accantonate ogni anno (pari a 40 milioni di euro) «sia regolato da un Comitato Paritetico» e che «allo stato attuale la Provincia di Trento non ha adottato nessuno schema di accordo ufficiale».